All’orizzonte, l’anima del mare — l’Amerigo Vespucci tra le Due Sorelle

Foto di Antonio Zuccalà

C’è un momento, sospeso nel tempo, in cui il mare smette di essere solo acqua e diventa poesia.
Accade quando, all’alba o al tramonto, la luce si piega tra i faraglioni delle Due Sorelle — quei due giganti di pietra immersi nell’azzurro di Torre dell’Orso — e qualcosa di raro compare all’orizzonte: l’
Amerigo Vespucci, con le sue vele gonfie di vento e di memoria.

Non è solo un veliero. È una visione.
Un’eco di storie lontane, di porti esotici, di giovani cadetti che imparano il respiro del mondo su tavole di legno impregnate di salsedine.
Vederlo navigare lento, silenzioso, dietro le Sorelle di roccia, è come assistere a un incontro tra due eternità: quella della natura e quella dell’uomo.

Il mare salentino si fa specchio di questo incontro.
La sua trasparenza riflette i colori del legno, dell’ottone, delle vele.
Il suo profumo si mescola a quello antico della nave, creando un incanto che tocca il cuore prima ancora degli occhi.

Per chi ha avuto la fortuna di trovarsi lì, in quel preciso istante, tutto il resto ha smesso di esistere.
C’era solo il silenzio, il mare, e una nave che sembrava portare con sé i sogni di chi ancora crede che il viaggio sia una forma di bellezza.

grazie ad Anonio Zuccalà per lo scatto

 

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I Caraibi del Salento, lido attrezzato a Torre dell'Orso nel Salento